
16 Ott The Last Duel Promozione
I due film intorno ai quali è strutturato il primo weekend al 100% della capienza da 19 mesi a questa parte sono The Last Duel e Venom – La furia di Carnage, per versi diversi i calibri più pesanti della settimana, perfetti rappresentanti di come il mondo dei film maggiori, quelli degli studios, sia diviso in due.
Da una parte c’è il cinema dei supereroi e del fantastico più spinto, in questo caso un film Sony che ha ambizioni da Marvel, che si aggancia a quel mondo e soprattutto è apertamente indirizzato a quel pubblico. Tom Hardy è di nuovo protagonista (ma anche sceneggiatore!) e il cattivo di turno è Woody Harrelson. Venom – La furia di Carnage è un sequel che arriva poco tempo dopo il primo Venom, ne segue il successo e abbassa l’età media del pubblico cui è indirizzato. In più, contrariamente al primo, si aggancia all’universo narrativo degli altri eroi Marvel.
Dall’altra parte invece The Last Duel è il blockbuster d’autore, categoria che negli ultimi anni è sempre più forte e presente. È la produzione ad alto budget e alte aspettative che da qualche anno passa per i festival (in questo caso quello di Venezia) e cerca un pubblico più sofisticato. C’è Matt Damon e c’è Adam Driver, uno contro l’altro in una storia medievale di grande ricostruzione, trucco e parrucco, una storia di duelli come promette il titolo che compie tutto il percorso da molto maschile e piena di testosterone a molto femminile nell’ultima parte. Ha un pubblico molto ampio, ha forti agganci all’attualità e con un modesto (ma efficace) twist narrativo verso la fine vuole far pensare (e discutere) il proprio pubblico.
Il cinema italiano risponde con Stefano Accorsi e Miriam Leone. Marilyn ha gli occhi neri è il terzo film di Simone Godano ancora una volta scritto con Giulia Steigerwalt dopo Marito e moglie e Croce e delizia. Produce Groenlandia quindi non tutto è esattamente come ci si può aspettare. Il tono da commedia promesso dal trailer non è pronunciato come si potrebbe pensare e anche lo spunto di un film su persone con difficoltà di relazione, molto vicini allo spettro del disagio mentale, è sfruttato in maniere particolari. Potrebbe ambire al pubblico di Si può fare ma ha anche l’ambizione di smarcarsi dal solo umorismo e guardare a Il lato positivo di David O’ Russell.
L’altra proposta di peso italiana è invece Ariaferma, anche questo dritto da Venezia con Silvio Orlando e Toni Servillo nella più classica delle battaglie dialettiche da film di Leonardo di Costanzo. In prigione una guardia carceraria (Toni Servillo) e un detenuto molto intelligente (Silvio Orlando) devono barcamenarsi in un grande carcere vuoto con pochi altri detenuti in attesa del trasferimento. È una situazione piena di tensione che viene sciolta a tavola, con il cibo e confrontandosi. È la tradizione del cinema italiano più pura con una produzione di gran livello.
A fare concorrenza a questo film sono le due uscite francesi della settimana, ovvero La padrina e #IoSonoQui. Il primo è una commedia con Isabelle Huppert (per strano che possa sembrare) in cui da traduttrice dall’arabo per la polizia una madre di famiglia borghese si inventa spacciatrice di droga scoprendo che il crimine a Parigi è un matriarcato. Il secondo invece è una storia di cucina, amore e internet, film di serena accettazione del presente, multirazzialità e grandi sentimenti. Entrambi rivolti ad un pubblico sicuramente maturo.
È invece più incerto l’incasellamento di Salvatore – Calzolaio dei sogni, documentario di Luca Guadagnino su Salvatore Ferragamo, produzione sontuosa per un documentario, grande brand italiano d’esportazione e ovviamente anche oggetto arthouse raffinato. Pure questo film viene da Venezia ma da quella del 2020.
Chiudono le uscite Days di Tsai-Ming Lian e I’m Your Man, rispettivamente dal Taiwan con grandissimo blasone festivaliero e invece dalla Germania con ambizioni più pop, in ogni caso zoccolo duro da cinema d’essai con un pubblico potenziale più piccolo.
L’horror Medium e il documentario L’incorreggibile completano l’offerta.
a cura di Gabriele Niola
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