IL THEATRICAL CUORE DELLA REDDITIVITA’ ECONOMICA DELL’AUDIOVISIVO: siamo ancora in tempo?

IL THEATRICAL CUORE DELLA REDDITIVITA’ ECONOMICA DELL’AUDIOVISIVO: siamo ancora in tempo?

La sala cinematografica è il tempio del cinema ed è interesse comune dell’industria riportarla ad essere il principale luogo redditizio del settore. È questo che si è evince dal panel IL THEATRICAL CUORE DELLA REDDITIVITA’ ECONOMICA DELL’AUDIOVISIVO: siamo ancora in tempo?, moderato da Simone Gialdini (Direttore generale ANEC) e Francesca Medolago Albani (Segretaria generale ANICA).

La prima ad avere la parola è la Sen. Lucia Borgonzoni (Sottosegretario al Ministero della Cultura) che sin dal 2018 segue con assiduità e stima l’industria cinematografica: “Dobbiamo prendere in mano il settore, ridisegnare parte del tax credit, ma una buona notizia è che il nuovo decreto è stato approvato e arriveranno 253 milioni che aspettavamo da tanto. Dobbiamo ripartire con una campagna positiva perché l’audiovisivo italiano è un mondo sano. Dobbiamo essere bravi a raccontarci come avviene a livello estero, questo è un passaggio fondamentale ora! Dobbiamo pensare insieme come aiutare le sale e farle vivere come vera esperienza. lo spettatore deve dire ‘è bello andare al cinema’. Un altro compito che abbiamo è quello di fare film di qualità. C sono tanti film italiani belli e il nostro compito è quello di aiutare tutto il settore ad aggiustare quelle cose che non vanno”.

Segue l’intervento di Mario Lorini (Presidente ANEC) che punto a un discorso concreto: “Purtroppo nella manovra finanziaria del Governo non c’è un capitolo sulla cultura. È il momento di continuare il lavoro che abbiamo iniziato nel 2019 e impegnarci su una riprogettazione di tutto e insieme. Dal 2023 inizia un triennio decisivo. La nostra risposta come associazione è di vivere questa sfida uniti”.

Nella conversazione è chiamato a rispondere anche Luigi Lonigro (Presidente Unione Editori e Distributori ANICA): “Una parte dell’industria va molto bene ma male un’altra, questa è quella che riguarda il theatrical e su questa dobbiamo lavorare tutti insieme. Gli altri territori europei non vanno benissimo ma sono ad un livello superiore del nostro. I distributori hanno messo a disposizione investimenti rischiando e andando avanti senza guardare troppo il box office. Gli esercenti hanno iniziato una politica di rinnovamento, hanno bisogno di tempo, però possiamo dire che il 30% del mercato ha strutture belle e ricettive, chiaramente c’è bisogno di un aiuto pubblico. Crediamo che il box office theatrical può tornare ad essere il primario sostegno di questo settore. Nel 2023 possiamo immaginare un’aria migliore. Come abbiamo visto da questi giorni, c’è tantissimo prodotto di altissimo livello che può avvicinarci a risultati ottimi, simili a quelli avuti nel 2019”.

Sempre da parte dell’ANICA intervengono Jaime Ondarza (Presidente Unione Editori Media Audiovisivi ANICA) e di Benedetto Habib (Presidente Unione Produttori ANICA).
Jaime Ondarza: “Con il Covid abbiamo vissuto un momento drammatico e solo adesso ci stiamo risvegliando. La sala sta soffrendo eppure questa industria italiana sta vivendo un momento di formidabile vitalità. Non si è mai vista negli ultimi anni una convergenza astrale così tanto positiva: abbiamo avuto un’azione di governo performante e un’evoluzione tecnologica che ha portato nel nostro paese player che non c’erano e che fanno nuovi investimenti”.
Benedetto Habib: “È utile sottolineare che la sala è il cuore della redditività della nostra industria anche per quello che porta dopo, un maggiore valore in tutti i successivi sfruttamenti. La sala è quindi un momento centrale per un film che dopo va in piattaforma o tv. È il momento di alzare l’asticella, rischiare, investire tutto ma questo non può avvenire se non siamo capaci di costruire un sistema unico e condiviso”.

Presenti tra le personalità coinvolte anche il regista e sceneggiatore Roberto Andò, reduce dello straordinario successo di botteghino de LA STRANEZZA: “Io posso parlare dal punto di vista di chi fa il cinema e che per generazione e passione è legato alla sala. Il percorso di questo film ha visto una serie di congiunture molto felici per me, oltre ad essere nato da un desiderio di fare un film mio insieme a Ficarra e Picone. È un film nato dal desiderio di cinema. Bertolucci mi raccontava di un momento di grande crisi all’inizio della sua carriera e dopo l’insuccesso del film Partner, e diceva ‘mi sono reso conto parlando con il mio analista che se io non desidero il pubblico perché il pubblico dovrebbe desiderare me’. Questo racconto per me è stato illuminante perché bisogna scegliere di fare film per il pubblico. Il cinema italiano fa molti buoni film e alcuni non riescono ad avere un rapporto con il pubblico e quello è un tema culturale”.

Accanto al regista anche Piera Detassis (Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello): “Prima del David prima del premio c’è sempre l’accademia del cinema italiano che lavora tutto l’anno. Il dibattito sulla protezione della sala è stato molto forte e condiviso da tutto il consiglio, così come abbiamo condiviso il progetto di moviement. Il David protegge il cuore della redditività e quindi la sala, questo è certo. LA STRANEZZA è un film capitale, al di là dell’incasso, per i modi di produzione, costruzione e racconto. È il titolo che potremmo dare a questa nostra stagione cinematografica. Pirandello abbatte la parete e tiene alta la concentrazione, questo è quello che dobbiamo fare noi. LA STRANEZZA è il film che non ti fa stare a casa e rappresenta a capacità di rischio”.

Al tavolo anche Nicola Maccanico (Amministratore delegato CINECITTA’): “Io vorrei intervenire sull’interrogativo del panel: la politica ha fatto tantissimo, ha capito che questa è un’industria e per questo ha investito. Non possiamo costringere le persone ad andare al cinema, non possiamo permetterci una norma che costringa le persone ad avere un’esperienza. La chiave secondo me è interrogarci sulla valorizzazione del prodotto anche perchè il lavoro dell’esercizio e della distribuzione in questi anni è cambiato. L’esercizio ha sicuramente un compito: deve tornare a consigliare film al proprio pubblico di riferimento con un marketing territoriale. La distribuzione invece è schiacciata da due problemi del periodo che viviamo: sono meno remunerative e combinano più film, i produttori sono diventati più grandi e i talenti vogliono essere soddisfatti. Non è possibile che venga decisa prima la data di uscita di un film e che poi questo venga scritto”.

Chiede il pomeriggio di conversazione Nicola Borrelli (Direttore generale Cinema e audiovisivo) concentrandosi su un tema caro alle sale, le windows: “Bisogna fare in modo che il parlamento dia al Ministero la possibilità di graduare il sistema. Bisogna fare in modo che le regole non siano scritte in una legge di Stato. Dobbiamo affermare un criterio, dopo il Ministero, che è in un dialogo continuo con gli esercenti, deve poter graduare la misura. Il futuro di questo settore è nelle mani di chi lo fa e lo Stato farà la sua parte! Se non si torna a mettere al centro del discorso creativo il pubblico, perché sperare di avere risultati migliori di quelli che stiamo vivendo? Quello che vogliono gli spettatori va tenuto in considerazione, anche da noi nei nostri sistemi d’aiuto”.


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